La terapia è idealmente fornita da un fisioterapista con formazione sulla disfunzione del pavimento pelvico. La terapia specifica utilizzata è guidata dai sintomi e di solito include strategie per ottimizzare la funzione lombopelvica e spinale e per migliorare la funzione intestinale, vescicale e sessuale. Le tecniche manuali possono includere il trattamento delle zone algiche sia intracavitarie che extracavitarie, quello che in gergo viene definito il trattamento dei trigger point. Si possono utilizzare tecniche fasciali per migliorare la percezione del dolore e favorire il reclutamento muscolare che a sua volta inibirà la muscolatura stessa che non riesce a rilassarsi quando richiesto. La terapia manuale ha quindi un ruolo neurofisiologico che vuole essere in grado di modulare la formazione del dolore che dalla periferia arriva al cervello e viceversa.
La terapia manuale sia intracavitaria che extracavitaria non riguarda soltanto la muscolatura del pavimento pelvico, ma anche dei muscoli adiacenti vista la loro similitudine di informazione nervosa relativa al dolore percepito. Il trattamento manuale muscolare riguarda quindi anche i muscoli del cingolo pelvico in maniera più ampia insieme all’esercizio terapeutico fondamentale per fissare i risultati ottenuti e far apprezzare i singoli progressi ottenuti in termini di dolore, percezione del dolore e funzione.