Mézières

metodo mezieres firenze

Il metodo Mézières prende il nome dalla fisioterapista che lo ideò negli anni’50 con lo scopo di riabilitare gli squilibri posturali. Mézières notò infatti che nel trattamento di alcune problematiche, come scoliosi o alterazioni posturali, l’utilizzo di busti o corsetti ortopedici che bloccavano ed eliminavano le alterazioni della colonna, non portava alla risoluzione del problema, ma si limitava a spostarlo in un altro distretto.
I principi fondamentali di questo metodo, rimangono sempre di grande attualità e sono lineari, logici e facilmente comprensibili per il paziente.

L’obiettivo del metodo è quello di riportare il corpo ad essere di nuovo armonico, allentando le tensioni muscolari e restituendo la lunghezza originale ai muscoli accorciati.

Semplificando, il metodo Mézières si può definire uno stretching, un allungamento globale delle catene muscolari.

Un corpo in equilibrio, senza asimmetrie dovrebbe garantire la salute del paziente che ha per obiettivi la corretta stazione eretta e l’orizzontalità dello sguardo. Una buona forma porta ad una buona funzione. Invece le disarmonie di un corpo porteranno a compensi ed errate sinergie muscolari che sfoceranno in dolori e patologie.
Nell’applicazione del metodo Mézières presso il nostro centro a Firenze, il terapista mira a ridare mobilità e libertà di movimento alla struttura osteoarticolare e muscolare, concentrandosi anche sul coinvolgimento viscerale.

Il trattamento di rieducazione posturale non si ferma alla sintomatologia del dolore manifestato, considerando che la causa primaria è spesso distante da esso. Le lesioni, le patologie hanno effetti in tutte le altre parti del corpo. Per questo motivo è fondamentale la valutazione generale globale del paziente che mette in atto strategie per evitare il dolore in quanto il corpo umano tende sempre a riequilibrarsi sia a livello periferico che viscerale.

Un esempio semplice della costante ricerca di equilibrio del nostro corpo potrebbe essere la classica distorsione di caviglia che poi, per una errata deambulazione va a sforzare il ginocchio, il quale a sua volta cerca di recuperare in mobilità quello che l’articolazione distale ha perso. Il tutto si ripercuote anche sull’anca, sulla schiena fino alla cervicale che compensa il minor movimento della zona lombare.
Adattamenti, limitazioni o compensi sono tutte risposte naturali del nostro corpo che, se non correttamente seguite, possono sfociare in vie di fuga errate o andare a coinvolgere altri distretti corporei.

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