La scoliosi è una deformità della colonna vertebrale caratterizzata da una deviazione laterale della schiena, spesso associata a una rotazione dei corpi vertebrali. Se infatti sul piano laterale la schiena ha una sua fisiologica curvatura, sul piano frontale la schiena dovrebbe invece essere quanto più diritta possibile.
Le scoliosi sono tutte uguali?
No, ci sono quelle evolutive che peggiorano fino a fine crescita e quelle stabili, che non peggiorano, ma questa differenza è possibile solo con una attenta valutazione specialistica.
No, la scoliosi è una vera malattia di cui dobbiamo preoccuparci ed è caratterizzata dalla presenza di rotazione dei corpi vertebrali; mentre l’atteggiamento scoliotico è una deviazione laterale della colonna sul piano frontale senza rotazione delle vertebre, spesso per compenso di una lieve dismetria degli arti inferiori (45% della popolazione ha dismetria AAII < 1 cm) o per presenza di un atteggiamento posturale scorretto, facilmente correggibile.
La scoliosi può essere congenita, presente cioè dalla nascita per cause ereditarie o acquisita.
La scoliosi acquisita viene a determinarsi a seguito di lesioni di tipo neuromuscolare o degenerativo.
Nella maggioranza dei casi però l’origine è sconosciuta, ovvero in assenza di una causa certa, configurando quindi il quadro clinico di scoliosi idiopatica.
Lo zaino pesante, il banco, la posizione seduta scorretta , uno sport asimmetrico possono causare scoliosi?
No, la scoliosi vera non risente di tali variabili. Al massimo una scorretta postura può causare un atteggiamento sbagliato persistente.
La scoliosi in genere viene diagnosticata attraverso una visita specialistica nel corso della quale il paziente viene sottoposto ad alcuni test di valutazione clinica.
Se compare una deformità meritevole di approfondimento diagnostico verrà richiesta dal proprio medico ortopedico una radiografia.
In caso di scoliosi è fondamentale differenziare le vere scoliosi dagli atteggiamenti scoliotici, che sono invece semplici alterazioni della postura.
La scelta del trattamento della scoliosi varia dalla gravità e dalla tendenza al peggioramento delle curve, che può mutare, nonchè dall’età del bambino.
Nei casi meno gravi (al di sotto dei 20°) è indicata la fisioterapia posturale ed il monitoraggio.
Nelle curve di media gravità (dai 20 ai 45°) si usano i corsetti ortopedici a volte insieme ad esercizi specifici. Il risultato finale varierà dalla somma di diverse variabili, alcune legate alle caratteristiche proprie di ogni curva scoliotica, altre connesse all’idonea prescrizione e realizzazione del corsetto e adeguato uso dei tempi di utilizzo del corsetto. Qualora la curva sia molto grave (> 45° ) o il trattamento con il corsetto non avesse i risultati sperati allora è consigliabile l’intervento chirurgico.
Un consolidamento della muscolatura che determina la postura è indicato per stabilizzare la colonna vertebrale. Il rinforzo dei muscoli genera un vero “corsetto muscolare” che sorregge la spina dorsale e rallenta l’iter della curvatura.
Nella ginnastica posturale ci sono esercizi per la scoliosi da sdraiati, seduti, in posizione eretta oppure a carponi.
Negli esercizi per la scoliosi l’auto allungamento e l’autocorrezione della colonna si eseguono tenendo sotto controllo il bacino, la cintura scapolare e la testa.
L’esecuzione di esercizi funzionali specifici in autocorrezione si basa su movimenti precisi e ben localizzati per correggere volontariamente la curva scoliotica.
I benefici di questo approccio vengono dal fatto che, con il trascorrere del tempo, il paziente apprende sempre di più come correggere la propria schiena, non solo durante le sessioni di esercizio, ma anche nella quotidianità attraverso posture corrette applicate ai gesti e alle diverse attività.
I pazienti che soffrono di scoliosi possono fare tutti i tipi di sport se a livello non agonistico.
Ciò nonostante sarebbe buona prassi chiedere prima al proprio medico ortopedico o fisioterapista di riferimento riguardo l’esecuzione di alcuni movimenti che potrebbero avere effetti negativi o esercizi da evitare. Per esempio nel caso di discipline sportive come la danza o la ginnastica artistica dove è richiesta molta flessibilità della colonna.