Voglio raccontarti la storia di Leonardo, runner di 45 anni che si presenta lamentando un dolore al tallone al mattino ai primi passi già da 3 mesi. Durante il primo colloquio di valutazione si rende noto che il problema è insorto qualche settimana dopo che Leonardo aveva incrementato la corsa in salita. Il runner si allenava da solo, senza l’aiuto di un preparatore atletico. In un primo momento il fastidio era tollerabile, così non ha dato molta importanza ai sintomi e ha continuato i suoi allenamenti. Finché il dolore si è fatto più acuto, soprattutto la mattina al risveglio durante i primi passi. Come molti, ha provato ad effettuare qualche giorno di pausa dagli allenamenti, ma questa tecnica non lo ha aiutato. Valutando gli allenamenti effettuati è emerso che la progressione del carico è stata troppo repentina e probabilmente il suo fisico non ha avuto il tempo necessario per adattarsi allo stress imposto. La storia e l’esame obiettivo confermano la presenza di fasciopatia plantare. Si sconsiglia a Leonardo di effettuare ulteriori indagini diagnostiche poiché sarebbero soltanto una perdita di tempo e denaro e non apporterebbero alcun beneficio.
Durante la prima visita viene spiegato al runner quali potrebbero essere state le cause scatenanti, in cosa consiste il suo problema e viene rassicurato sulla prognosi favorevole.
Soprattutto gli viene esposto il concetto che il dolore non è strettamente legato ad un danno dei tessuti e che non deve avere paura di muoversi per il timore di poter peggiorare la situazione ma che al contrario è necessario l’esercizio fisico per riadattare i tessuti al carico. In un primo momento abbiamo applicato un taping da tenere soltanto per qualche giorno in modo da desensibilizzare la fascia plantare, cioè ridurre l’irritazione del tessuto.
Le terapie e gli esercizi
Con lo stesso obiettivo nelle prime sedute abbiamo effettuato delle terapie fisiche come laser e tecar. Fin dal primo giorno è stato introdotto esercizio fisico progressivo con esposizione graduale al carico. Gli esercizi effettuati non riguardavano soltanto il piede, ma coinvolgevano tutto il corpo ed erano propedeutici per la corsa. Alla seconda settimana di trattamento è stata fatta una valutazione biomeccanica della corsa su tapis roulant ed aggiunto al programma esercizi per migliorare la tecnica di corsa. Procedendo con i trattamenti è stato condiviso con Leonardo un programma di ripresa graduale della corsa. Le prime sessioni sono state effettuate assieme al fisioterapista sul tapis roulant e poi è stato proseguito in maniera autonoma all’esterno. In 8 settimane Leonardo ha potuto dire “sono guarito dalla fascite plantare” – non solo ha risolto il suo problema, ma ha imparato a gestire gli allenamenti, ha migliorato la tecnica di corsa, ha incrementato la capacità di carico e quindi di sopportare uno stress meccanico ed ha compreso quanto sia importante associare alla corsa un programma di forza per ridurre il rischio di infortunio.