Protezione: riduci il carico o limita il movimento per i primi giorni (1-3 giorni) per limitare il sanguinamento e prevenire la distensione delle fibre infortunate. Il riposo deve essere ridotto al minimo, un riposo prolungato pregiudica la qualità e la forza del tessuto.
Elevazione: solleva l’arto più in alto del cuore per favorire il riassorbimento dei liquidi. Nonostante ci siano deboli evidenze per l’utilizzo di questa pratica, non vi sono rischi, per cui non costa niente metterla in atto.
Antinfiammatori: tutti pensano all’infiammazione come la causa del proprio dolore, come qualcosa di nocivo, ma in realtà il processo infiammatorio non è altro che un meccanismo messo in moto dal nostro organismo per aiutarci nella guarigione dei tessuti. Dovrebbe quindi essere visto come un prezioso alleato nel percorso di recupero! Inibire l’infiammazione con medicinali potrebbe, infatti, influire negativamente sulla guarigione dei tessuti a lungo termine, specialmente se si utilizzano dosi elevate.
Per lo stesso motivo si sconsiglia l’uso del ghiaccio che rallenta il processo infiammatorio portando ad una guarigione qualitativamente peggiore del tessuto.
Compressione: una pressione meccanica esterna, utilizzando taping o bende elastiche, aiuta a limitare l’edema intra articolare e il sanguinamento dei tessuti.
Educazione: comprendere al meglio i benefici di un approccio attivo al recupero grazie al confronto con un fisioterapista. Infatti, dopo un infortunio, modalità passive, come l’elettroterapia, la terapia manuale o l’agopuntura hanno effetti insignificanti sul dolore rispetto a un approccio attivo, e possono anche essere controproducenti a lungo termine.