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5 Giugno 2025
rottura tendine achille

La rottura del tendine d’Achille è un infortunio frequente soprattutto tra sportivi e persone attive, ma può colpire chiunque. Si tratta della lacerazione parziale o completa del tendine che collega il muscolo del polpaccio al calcagno, rendendo difficoltosi o impossibili la flessione plantare e la normale deambulazione. Questo articolo, pensato per un pubblico di non esperti, spiega in modo chiaro e strutturato:

  • Cos’è successo?
  • Come si diagnostica?
  • Come si guarisce?
  • Quanto tempo ci vuole?
  • Come funziona la riabilitazione?

Cos’è successo?

Il tendine d’Achille è il più robusto del corpo umano, ma anche soggetto a elevate sollecitazioni:

  • Meccanismo d’infortunio:
      • Scatto, salto o cambi di direzione.
      • Microtraumi ripetuti nel tempo che indeboliscono le fibre tendinee, fino alla rottura.
  • Tipologie di lesione:
    • Parziale: alcune fibre si lesionano, spesso accompagnato da dolore acuto e gonfiore.
    • Completa: separazione totale del tendine, con sensazione di “colpo secco” e incapacità di spingere con la punta del piede.
  • Segni e sintomi principali
    • Sensazione di scoppio o “calcio” ricevuto da dietro.
    • Gonfiore e lividi nell’area del tendine.
    • Difficoltà o impossibilità a camminare normalmente, soprattutto a spingersi in punta di piedi.

Come si diagnostica?

La diagnosi precoce è essenziale per programmare il percorso di recupero più adatto:

1- Anamnesi e esame obiettivo:

  • Il medico attraverso la palpazione del polpaccio valuta il movimento del piede. In caso di lesione completa il piede non si muoverà in risposta allo squising (segno di Thompson).
  • Valutazione della forza muscolare e del range di movimento.

2- Diagnostica per immagini:

  • Ecografia muscolo-tendinea: utile per valutare la lesione tendinea.
  • Risonanza magnetica (RM): fornisce immagini dettagliate e consente di pianificare un intervento chirurgico nei casi più complessi.

Come si guarisce?

Il trattamento dipende da età, livello di attività fisica e tipo di rottura:

Opzione conservativa

  • Indicata per:
      • Lesioni parziali o soggetti a basso fabbisogno funzionale.
      • Pazienti con controindicazioni chirurgiche.
  • Approccio:
    • Immobilizzazione: stabilizzazione del piede in equinismo (punta in basso) con tutori o gessi per 6–8 settimane.
    • Progressiva riduzione dell’inclinazione: adattamento a una posizione più neutra per favorire la guarigione in approssimazione.
  • Opzione chirurgica
    • Indicata per:
        • Rotture complete, specialmente in sportivi e soggetti giovani.
    • Approccio:
      • Sutura diretta: avvicinamento e sutura delle due estremità tendinee.
      • Tecniche percutanee o mini-invasive: riducono il rischio di complicanze cutanee.
      • Immobilizzazione post-operatoria simile al trattamento conservativo, ma spesso con tempi leggermente più rapidi per il carico.

Quanto tempo ci vuole?

Il percorso di recupero varia in base al tipo di trattamento e al grado di lesione:

Fase Conservativa Chirurgica
Immobilizzazione 6–8 settimane 4–6 settimane
Inizio carico protetto dopo 4–6 settimane dopo 2–4 settimane
Carico completo 8–10 settimane 6–8 settimane
Ripresa attività motoria 12–16 settimane 10–14 settimane
Ritorno allo sport 4–6 mesi 3–5 mesi

 

Nota: i tempi possono subire variazioni in base all’età, alla compliance del paziente e alla presenza di eventuali complicanze (rigidità articolare, tendinite, problematiche cicatriziali).

Come funziona la riabilitazione?

La riabilitazione è fondamentale per ripristinare forza, flessibilità e funzionalità:

Fase protetta (0–6 settimane)

  • Obiettivi: proteggere la riparazione tendinea, prevenire atrofia muscolare e complicanze vascolari.
  • Interventi: mobilizzazione attiva-assistita delle dita del piede, rinforzo isometrico del polpaccio senza carico e esercizi di propulsione a carico minimo.

Fase di carico progressivo (6–12 settimane)

  • Obiettivi: aumentare gradualmente il carico sul tendine e migliorare la propriocezione.
  • Interventi: esercizi con elastici, camminate, cyclette senza resistenza, iniziale stretching del polpaccio.

Fase di potenziamento e rieducazione funzionale (3–4 mesi)

  • Obiettivi: recupero completo di forza e tecnica del passo.
  • Interventi: squat parziali, affondi, esercizi pliometrici leggeri (salti a piedi uniti), esercizi su superfici instabili.

Ritorno allo sport specifico (4–6 mesi)

  • Obiettivi: reinserimento graduale all’attività ad alto impatto, prevenzione delle recidive.
  • Interventi: corsa su tapis roulant, esercizi di velocità, cambi di direzione, lavoro di potenza e resistenza.

Conclusioni

La rottura del tendine d’Achille è un infortunio serio ma, se gestito tempestivamente e con un percorso di riabilitazione strutturato, permette un recupero funzionale completo. Comprendere le fasi di diagnosi, trattamento e riabilitazione aiuta a coinvolgere attivamente il paziente nel proprio percorso di guarigione, favorendo un ritorno sicuro alle attività quotidiane e sportive.

 

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